1. BLOG #14
    Etica in Internet


    Faccio una premessa: questo sarà un post serio e, forse, non proprio entusiasmante per chi è solito leggere le scemate che scrivo riguardo la mia quotidianità, ma spero che apprezzerete in ogni caso.
    In questi giorni sto studiando Etica della Comunicazione, un esame che sto preparando per l’università e, filosofismi a parte – che in genere non mi entusiasmano – devo dire che mi ha colpito molto sin dalle sue nozioni iniziali.
    Comunicazione intesa non come linguaggio, ma come agire stesso: quindi qualunque mezzo col quale si comunichi diventa oggetto di morale e responsabilità.
    È qui che voglio soffermarmi.

    Nell’approfondimento dell’etica, mi sono trovata a fronteggiare la “deontologia professionale”, una pratica per cui i professionisti dell’ambito di cui sto parlando – appunto, la comunicazione – riescono a darsi delle norme e delle sanzioni per chi non le rispetta.
    C’è una frase, del libro, che mi ha colpito: “Bisogna rispettare quel limite che intercorre tra libertà di espressione e ciò che non deve essere detto” che, a mio parere, può essere chiamato appunto Morale e Responsabilità.
    La mia esperienza personale, in questo caso, si limita ai Social Network: certo, penserete, chi bazzica un social network non è un professionista dell’ambito – e qui, appunto, vi sbagliate: chiunque fruisce di un determinato mezzo di comunicazione dovrebbe, a parer mio, sentirsi responsabile e moralmente corretto nei confronti di quello che si dice.
    È ormai appurato che Internet e l’essere seduti dietro ad uno schermo spesso dia inizio a deliri di onnipotenza senza limiti – vedasi i recenti casi, ancora più vigliacchi a parer mio, degli anonimi dell’ormai celeberrimo ask.fm – ed è anche appurato che /molta/ della gente che popola siti simili non abbia idea di cosa significhi essere responsabile, secondo quello che ho appena spiegato.
    Perché io posso vedere una persona per strada e pensare che faccia schifo. Di certo, però, non la fermo per dirle: «Ehi, sai? Sei proprio un cesso». Su Facebook questo meccanismo non scatta: conosco da vicino persone che hanno visto le proprie foto condivise da terzi, completamente sconosciuti, in cui venivano pesantemente offesi.
    Ora, io mi chiedo: davvero la tecnologia prosegue così velocemente da far perdere a chiunque il buon senso? Perché il fatto che ci si conosca attraverso uno schermo, che si parli per scritto – più raramente a voce – non ci esclude dalla moralità civilmente riconosciuta, non ci rende meno responsabili di ciò che diciamo e degli effetti che causiamo.
    Sarò, probabilmente, una moralista. Altrettanto probabilmente, mi verrà dato dell’ipocrita e ammetto, anche io, di non essermi frenata, in certi momenti, dal dire/fare cose sul w...

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    Last Post by midshipman lace -- il 4 May 2013
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