IN BETWEEN - EnEi ♥

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  1. midshipman lace --
     
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    La stanza era poco illuminata, come sempre.
    Hakuei si era appena svegliata, dopo aver aperto a fatica gli occhi, trovando le palpebre pesanti come spesso le accadeva negli ultimi mesi.
    Un movimento quasi impercettibile alla sua sinistra le ricordò di non essere sola; per questo, in un accorto silenzio, si alzò cautamente dal letto disfatto e raccolse gli indumenti sparsi per il pavimento.
    Non avrebbe dovuto, lo sapeva. C’erano questioni ben più importanti, a cui pensare, al momento, eppure… Si voltò per un attimo verso il suo segreto compagno, mordendosi il labbro inferiore, in conflitto con se stessa: svegliarlo? Lasciarlo riposare? Fingere, come sempre, che non fosse accaduto nulla?
    Uno dei problemi di essere la sua amante era il suo essere costantemente imperscrutabile. I suoi occhi non tradivano mai ciò le sarebbe stato necessario per capire quale considerazione avesse in realtà della loro relazione. Un’avventura, un passatempo? Un interesse sentimentale o, forse, un modo per tenerla buona al suo fianco e per assicurarsi la sua fiducia?
    Hakuei non lo sapeva e, per quanto si costringesse a mettere da parte il desiderio di stare al suo fianco, proprio non riusciva a non cadere ogni volta nei suoi corteggiamenti riservati e di difficile interpretazione. Bastava un’occhiata, a volte, per farle capire che voleva lei. La stessa occhiata, altre volte, era più che intimidatoria – la voleva distante, fuori dalle sue questioni più personali.
    Ma adesso aveva solo lui. Hakuei non si era mai sentita tanto sola come in quel periodo: suo fratello sembrava aver completamente perso la testa e la sua unica certezza, per quanto fosse paradossale, era quello strano rapporto basato sul silenzio e sul segreto.
    «Dove stai andando?»
    Si stava ancora sistemando i lunghi capelli corvini quando la voce la colse di sorpresa. Senza neanche voltarsi, ma non riuscendo a trattenere un sorriso, rispose: «Torno a fare il generale».
    Il fruscio delle coperte la avvertì che il suo compagno notturno si era alzato, raggiungendola con un movimento fluido e veloce. Sentì la sua mano, fredda, sfiorarle il collo con delicatezza, causandole un brivido. «Ti preferisco quando fai la principessa» fu la sua risposta e, come sempre, alle orecchie della giovane suonò ambigua. Non pericolosa, ma sicuramente poco chiara.
    «Fa parte dei miei doveri, in ogni caso» ribatté, infatti, sbrigativa.
    Si sentì afferrare con forza per il polso e, la stessa mano che un attimo prima l’aveva sfiorata con gentilezza, adesso la costrinse a voltarsi verso il suo amante, verso i suoi occhi dorati che temeva e rispettava allo stesso tempo. I loro occhi si scontrarono con sfida, in una battaglia di sole intenzioni – ben diverso da quello che era accaduto a pochi metri da loro, sola la sera prima.
    Le labbra dell’uomo si piegarono in un sorriso appena accennato, mentre la stretta al polso, ferrea fino ad un momento prima, si allentò lentamente. «Sei davvero coraggiosa, Hakuei» si limitò a commentare, allontanandosi di un passo da lei.
    «Non mi è stato insegnato ad avere paura del legittimo erede del nostro impero, bensì a rispettarlo» fu la pacata risposta della ragazza. Certo, aveva detto “rispettarlo”, non di certo “amarlo” – pensò, ma scacciò subito il pensiero dalla sua mente.
    Koen stavolta la guardò con un’intensità tale da farle mancare il respiro, come soltanto lui sapeva fare. L’ombra del sorriso sulle sue labbra era sparita, ma non sembrava arrabbiato. Piuttosto, interessato.
    «Sei ancora convinta che la nostra signora imperatrice cederà così facilmente il trono?» Ecco, adesso l’uomo che aveva davanti non era più il suo passionale compagno dalle poche parole e lo sguardo imperscrutabile: era di nuovo il futuro imperatore di Ko, dalle parole altisonanti e posate, capace di una diplomazia tale da far impallidire chiunque nel resto delle terre all’uomo conosciute.
    Suo fratello le aveva accennato qualcosa del re Sinbad, di Sindria, ma dubitava che potesse avere lo stesso ascendente di Koen, nonostante la sua fama. Altrimenti… Hakuei non osava immaginare di cosa potesse essere davvero capace.
    Hakuei sospirò, rendendosi conto di essere nuovamente in una posizione scomoda: perché Hakuryuu e sua madre sembrava essere dediti a complicarle la vita? «L’imperatrice sa benissimo che sei l’unico che può salire su quel trono. Starà solo prendendo temp--».
    «Tu vorresti davvero vedermi imperatore di Ko, Hakuei?» chiese, interrompendola. «Te lo sto chiedendo con sincerità. Pensi che io possa essere un sovrano giusto?».
    La giovane Ren esitò, mentre la disperazione negli occhi del fratello sembrò avvolgerla in un brivido di allarme. “Sta mentendo”, sembrava urlarle nella mente la voce di Hakuryu, “non farti ingannare!”
    «Sì, Koen» rispose. «Io penso che tu sia l’unico in grado di poter dare a questo impero ciò che serve per mantenere la pace».
    Per un attimo, Hakuei si chiese se non fosse stata troppo precipitosa: un lieve lampo di vittoria attraversò gli occhi di Koen, facendola vacillare.
    «Sei una donna molto saggia, Hakuei. Molto, molto saggia».
     
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